Accenni storici...
Dal greco "Charta" e dal tema del tardo latino "Pistare", indica una massa plastica costituita da carta, collata, triturata o tagliata a pezzetti, a cui talvolta viene aggiunto altro materiale fibroso, come:
La cellullosa o la pasta di legno, alle quali è capace di conferire all'impasto grande consistenza e durevolezza.
La carta, pestata, dalle sapienti mani degli artigiani, viene "plasmata" all'interno delle apposite forme di gesso, assumendo, una volta completata, tutte le caratteristiche morfologiche del calco.
La cartapesta è una tecnica intrigante da comunicare poiché, oltre alla componente creativa e la sua grande versatilità di impiego, implica una rivisitazione storica dell'utilizzo delle materie cartacee, giungendo al problema attuale del loro riciclaggio.
Spessissimo viene sottovalutata come tecnica effimera e fragile che si accompagna alla routine dei lavori spiccioli da passatempo.Solitamente la si individua come tecnica semplice nei giochi manuali dei bambino da adottare nei centri sociali.
La cartapesta è un mondo infinito di possibilità, di cose e tradizioni da collocare senza ombra di dubbio nella cultura dell'uomo.Tanto per fare un esempio si pensi a una chiesa costruita nel 1793 con pannelli di cartapesta nei pressi di Bergen, in Norvegia, che si mantenne in buone condizioni per 37anni prima di essere demolita...
Alcune curiosità storiche sulla Cartapesta - da "La Cartapesta" di Juliet Bawden "Giapponeserie"
Nel catalogo realizzato per una mostra di oggetti laccati, Yvonne Jones parla del riaccendersi dell'interesse per le cineserie, le imitazioni dello stile cinese che furono particolarmente in auge in Occidente dal 1770 fino al 1820 circa, nel periodo cioè che coincise con l'invenzione (1772) ad opera di Henrv Clay di un particolare processo di lavorazione della cartapesta.Clay rnise a punto una particolare tecnica che consentiva di incollare a caldo una serie di fogli di carta trattata e di ottenere robusti pannelli resistenti alle alte temperature che ebbero grande diffusione. «Su questo materiale termoresistente si potevano applicare lacca e vernici di ogni sorta senza dover temere la comparsa di incrinature o la deformazione dell'oggetto; grazie alla nuova tecnica si potè usare della semplice carta per fabbricare oggetti prima realizzati in legno o metallo". Con il nuovo tipo di cartapesta si produssero tutti i tipi di oggetti e suppellettili: pannelli o tettucci per carrozze, portantine, ruote per carri, pannelli per stanze, porte e cabine di navi, armadietti e stipi, scaffali, paraventi, caminetti, tavoli e vassoi.
A portata di tutti
Il Laboratorio della cartapesta del Carnevale di Borgosesia utilizza diverse tecniche, a seconda del risultato che si desidera ottenere. Di seguito viene indicato il procedimento più semplice per modellare figure ed oggetti in cartapesta. "La Tecnica della Carta Macerata"
Materiali: giornali quotidiani riciclati - Colla per parati - Colla Vinavil - polveri minerali(vari colori) - Polistirolo compresso - Turapori o lacca - Olio di lino - Pellicola trasparente - Carta stagnola - Spatole e stecche di legno.
La carta, viene sminuzzata ed immersa in infusione per alcuni giorni. Trascorsi i 5 o 6 giorni, la carta deve essere strizzata con le mani, appallottolata ed in seguito sminuzzata e distesa su un ripiano di legno ricoperto di formica o su una pellicola trasparente auto sigillante o su carta stagnola. A parte si prepara intanto la colla da parati diluendola con acqua in rapporto da 1/6. Quando la colla raggiunge la viscosità desiderata, in un contenitore (un secchio o una bacinella). Si possono aggiungere all'impasto, per renderlo più stabile e durevole nel tempo, la pasta di legno e gli agenti conservatori, impermeabilizzanti e ignifughi. In una bacinella si mescola un po' di colla, un po' di carta precedentemente sminuzzata e si comincia a pestare con una pistoia di legno. La cartapesta sarà pronta quando diverrà un' amalgama modellabile. Se si desidera colorarla, si può aggiungere della polvere minerale del colore desiderato. Si possono aggiungere all'impasto, per renderlo più stabile e durevole nel tempo, anche agenti conservatori, impermeabilizzanti ed ignifughi
Agenti di conservazione: Impermeabilizzanti: Bianchi di uovo o calce Ignifugazione: Gesso, calce, bianco di spagna, borace o pietra pomice
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La cellullosa o la pasta di legno, alle quali è capace di conferire all'impasto grande consistenza e durevolezza.
La carta, pestata, dalle sapienti mani degli artigiani, viene "plasmata" all'interno delle apposite forme di gesso, assumendo, una volta completata, tutte le caratteristiche morfologiche del calco.
La cartapesta è una tecnica intrigante da comunicare poiché, oltre alla componente creativa e la sua grande versatilità di impiego, implica una rivisitazione storica dell'utilizzo delle materie cartacee, giungendo al problema attuale del loro riciclaggio.
Spessissimo viene sottovalutata come tecnica effimera e fragile che si accompagna alla routine dei lavori spiccioli da passatempo.Solitamente la si individua come tecnica semplice nei giochi manuali dei bambino da adottare nei centri sociali.
La cartapesta è un mondo infinito di possibilità, di cose e tradizioni da collocare senza ombra di dubbio nella cultura dell'uomo.Tanto per fare un esempio si pensi a una chiesa costruita nel 1793 con pannelli di cartapesta nei pressi di Bergen, in Norvegia, che si mantenne in buone condizioni per 37anni prima di essere demolita...
Alcune curiosità storiche sulla Cartapesta - da "La Cartapesta" di Juliet Bawden "Giapponeserie"
Nel catalogo realizzato per una mostra di oggetti laccati, Yvonne Jones parla del riaccendersi dell'interesse per le cineserie, le imitazioni dello stile cinese che furono particolarmente in auge in Occidente dal 1770 fino al 1820 circa, nel periodo cioè che coincise con l'invenzione (1772) ad opera di Henrv Clay di un particolare processo di lavorazione della cartapesta.Clay rnise a punto una particolare tecnica che consentiva di incollare a caldo una serie di fogli di carta trattata e di ottenere robusti pannelli resistenti alle alte temperature che ebbero grande diffusione. «Su questo materiale termoresistente si potevano applicare lacca e vernici di ogni sorta senza dover temere la comparsa di incrinature o la deformazione dell'oggetto; grazie alla nuova tecnica si potè usare della semplice carta per fabbricare oggetti prima realizzati in legno o metallo". Con il nuovo tipo di cartapesta si produssero tutti i tipi di oggetti e suppellettili: pannelli o tettucci per carrozze, portantine, ruote per carri, pannelli per stanze, porte e cabine di navi, armadietti e stipi, scaffali, paraventi, caminetti, tavoli e vassoi.
A portata di tutti
Il Laboratorio della cartapesta del Carnevale di Borgosesia utilizza diverse tecniche, a seconda del risultato che si desidera ottenere. Di seguito viene indicato il procedimento più semplice per modellare figure ed oggetti in cartapesta. "La Tecnica della Carta Macerata"
Materiali: giornali quotidiani riciclati - Colla per parati - Colla Vinavil - polveri minerali(vari colori) - Polistirolo compresso - Turapori o lacca - Olio di lino - Pellicola trasparente - Carta stagnola - Spatole e stecche di legno.
La carta, viene sminuzzata ed immersa in infusione per alcuni giorni. Trascorsi i 5 o 6 giorni, la carta deve essere strizzata con le mani, appallottolata ed in seguito sminuzzata e distesa su un ripiano di legno ricoperto di formica o su una pellicola trasparente auto sigillante o su carta stagnola. A parte si prepara intanto la colla da parati diluendola con acqua in rapporto da 1/6. Quando la colla raggiunge la viscosità desiderata, in un contenitore (un secchio o una bacinella). Si possono aggiungere all'impasto, per renderlo più stabile e durevole nel tempo, la pasta di legno e gli agenti conservatori, impermeabilizzanti e ignifughi. In una bacinella si mescola un po' di colla, un po' di carta precedentemente sminuzzata e si comincia a pestare con una pistoia di legno. La cartapesta sarà pronta quando diverrà un' amalgama modellabile. Se si desidera colorarla, si può aggiungere della polvere minerale del colore desiderato. Si possono aggiungere all'impasto, per renderlo più stabile e durevole nel tempo, anche agenti conservatori, impermeabilizzanti ed ignifughi
Agenti di conservazione: Impermeabilizzanti: Bianchi di uovo o calce Ignifugazione: Gesso, calce, bianco di spagna, borace o pietra pomice
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